Alfredo de Santis (1941-1998). Scrive Marta Sironi, una delle più attente storiche dell’arte con uno sguardo completo e appassionato sul mondo della grafica e dell’illustrazione, in un testo del 2021: “Rappresentante di spicco della scuola romana di grafica, Alfredo de Santis (1941-1998) ha definito un linguaggio grafico del tutto personale, caratterizzato da una continua commistione con il cinema, la pittura, il disegno, creando una grafica con forte valenza pittorica. Nonostante l’importanza del suo apporto, l’improvvisa e prematura scomparsa e la mancanza strutturale di attenzione alla storia della grafica, hanno contribuito a nascondere le tracce di una figura atipica, per la quale ricerca artistica e pratica comunicativa hanno costituito un unico indissolubile cammino”.
La formazione romana. Figura a metà tra artista e grafico, Alfredo de Santis studiò alla leggendaria Scuola d’arte di Via Ripetta, a Roma, con maestri come Giulio Turcato, Pietro Consagra e Mario Mafai. Erano gli anni ‘50 e il centro di Roma, nel tridente di strade tra via Ripetta, Piazza del Popolo e via Margutta, pullulava di artisti e di creatività. Il luogo d’incontro per tutti, studenti giovanissimi e maestri già affermati, era la libreria “Ferro di Cavallo”, frequentata da Mario Schifano, Novelli, Burri, Perilli. Qui arrivavano stampe e pubblicazioni internazionali che – in era pre internet – sarebbe stato impossibile trovare altrimenti.
L’esperienza milanese. In questo contesto Alfredo de Santis, che già dai primissimi anni ‘60 aveva iniziato ad esporre i suoi lavori pittorici, conobbe un incredibile personaggio: Folco Lucarini. Disegnatore, comunicatore, artigiano, Lucarini aveva uno studio grafico avviato a Milano e de Santis non ci pensò due volte a raggiungerlo al nord. La formazione pittorica dell’artista romano si trovò di fronte alla comunicazione grafica che proprio in quegli anni stava rendendo Milano la Capitale del design. Conobbe così Giancarlo Iliprandi, Pino Tovaglia, Michele Provinciali e i loro lavori pubblicati sui “Quaderni Imago” editi da Bassoli Fotoincisioni: fu una folgorazione.
Lui stesso definì gli anni milanesi una grande lezione di metodo e di libertà inventiva, che gli fecero scoprire la sua doppia natura di narratore a cavallo tra la grafica e la pittura.
Nel 1964 tornò a Roma e aprì il suo studio: uno spazio luminosissimo a Tor di Quinto dove mise in pratica l’esperienza lombarda. Nei decenni successivi lavorò per moltissimi clienti creando allestimenti, manifesti, libri per bambini (tra cui il già citato “Alfazoo”).
Negli anni ’70 de Santis realizzò manifesti per la politica, area PCI, partito da sempre attento alla comunicazione visiva.
È del 1979 la progettazione per la nuova veste grafica del quotidiano di Genova “Il Lavoro” e di tutti gli inserti interni al giornale.
Realizzò anche sigle televisive con animazioni fotografiche per la Rai e l’immagine grafica per “Le giornate del cinema muto” (1982) e per la “Mostra internazionale del telefilm” (1983-1986).
Negli anni ‘80 il segno pittorico rientrò prepotentemente nei lavori di de Santis: disegnò illustrazioni per il quotidiano “Il Manifesto” e poi negli anni ‘90 il marchio e la comunicazione grafica del “Teatro Povero di Monticchiello”.
E – parallelamente – l’esperienza dell’insegnamento presso lo IED Istituto Europeo di Design di Roma dove formò generazioni di disegnatori grafici sotto la direzione di Enrico Cogno prima e di Francesco Moschini poi.
Una produzione vasta ed eterogenea, articolata su tutte le esperienze che un artista così poliedrico ha voluto e saputo assorbire. Dal centro storico di Roma a Milano, da un sorprendente viaggio a New York fino all’amato Monticchiello.
Titolo Alfazoo
Autore Alfredo de Santis
book design Bunker
dimensioni 21 x 21 cm
48 pagine
cartonato
italiano
prima edizione febbraio 2023
prima pubblicazione Emme Edizioni, 1968